Ci sono persone alle quali non basta accettare la vita normale come un semplice dato di fatto da consumare nella normale esistenza. Per fortuna c’è anche chi non si accontenta di ciò che è offerto dal proprio ambito naturale e ricerca altre possibilità di conoscenza o, se si vuole, di raffronto.
E’ il caso di quei pochi amici che, nel lontano 1966, sentendosi non del tutto appagati dal loro “status” esistenziale, vollero cercare alternative che non fossero le solite offerte dalle sollecitazioni consumistiche e dalle mode. Avevano la passione dell’acqua e del mare che non era però quella usuale di “impantanarsi” nelle spiagge assolate brulicanti di ombrelloni e di corpi stesi a rosolare; era qualcosa di più intenso, legato al gusto di vivere in sintonia con l’ambiente marino, sotto al pelo dell’acqua: era la voglia di immergersi.
Giuseppe Chiesi, Gianfranco Curli e Pietro Scapinelli vollero così costituire un gruppo sulla base di questa loro passione comune e mettere insieme disponibilità e impegno, per creare una possibilità organizzativa che consentisse, a chi lo desiderava, di effettuare un’attività nuova conseguendo le esperienze necessarie.
Un primo nucleo di una dozzina di sub, diede vita così all’ Associazione Subacquea SESTO CONTINENTE. E, in verità, non era soltanto una generica propensione per il mare, ma c’era già nei promotori il supporto di una tecnica acquisita presso la Società Sub Bologna: lunghi e pazienti allenamenti in piscina per capire se stessi in relazione al nuovo elemento cui doversi adattare.